E' solo acqua

 

C’è il sole, oggi c’è il sole, il sole umido indiano. Sono per strada e vado senza meta. Compro una foglia di betel arrotolata con le spezie, giusto per masticare il caldo e per provare a scacciarlo via. Improvvisamente il vento spazza via la luce: è come se avessero spento il sole...

 

Una mandria di nuvole in fila indiana si fa largo. Tutto si fa scuro. Tutto si fa grigio. Nero. Nero nero nero! Nel giro di pochi secondi piovono gocce d’acqua grandi come angurie: lacrime di Shiva e Vishnu: E’ SCOPPIATO IL MONSONE!

Quattro bambini seminudi su una bicicletta mignon giocano con l’acqua, mentre la strada si allaga velocemente. Mi inseguono divertiti e mi spruzzano l’acqua addosso. Io sorrido ai bambini sulla bicicletta mignon e compro un ombrello dal primo indiano che passa.   E sorrido al monsone che battezza la terra e la feconda.

 

Gli indiani, tutti insieme, tirano un sospiro di sollievo e spostano le nuvole. Il monsone spalanca i polmoni e gonfia le pance di riso e lenticchie. Un popolo che venera i fiumi e che nell’atto estremo della morte restituisce la vita all’acqua, è un popolo che non può avere paura dell’acqua.

Ora che il cielo accarezza la terra col suo dolce solletichìo, dopo giorni di 45 gradi all’ombra, gli indiani sono più felici: sorridono e si lasciano bagnare. Sorridono i bambini; sorridono i passanti, sorridono le statue del tempio; sorridono i bufali, i maiali, le vacche sacre. E adesso sorrido anch’io, anzi io rido rido rido... forse perché sono l’unico in questa città di due milioni di abitanti con un ombrello in mano!

 

Sono fradicio dalla testa ai piedi. Chiudo l’ombrello e lo butto via. Salto in una pozzanghera! Cammino anch’io come un indiano tra gli indiani. Nel MONSONE, che è solo acqua! E’ solo acqua!


Viaggiare è inseguire bocconi di libertà...